Costi della politica. QUANTO CI COSTA RIFONDAZIONE e il trasformismo dei vari Russo Franco e Spena?

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L’Occhio di SPARTACO osserva, memorizza e non dimentica

Di Angelo Ruggeri

Dallo Zar Nicola al Pds-Ds-PD : “come tutto ciò che non ha basi storiche, non solo non è conservatore, ma ama le innovazioni alla Follia. Non lascia sussistere nulla in pace, ed anche se migliora di rado, cambia senza tregua”. (A. Herzen dello Zar Nicola)

Da Gramsci-Togliatti-Longo-Berlinguera Occhetto, D’Alema, Veltroni, Mussi, Bertinotti, Diliberto: “Ogni gigante…lascia dietro di sé un nano, ogni genio un noioso filisteo, ogni agitazione del mare del fango, e appena spariscono i primi compaiono gli altri, prendono posto a tavola e stendono con prepotenza le loro lunghe gambe. I primi sono troppo grandi per questo mondo, perciò vengono schiacciati. Invece gli altri mettono radici e vi rimangono”(K.Marx)

Costi della politica. QUANTO CI COSTA RIFONDAZIONE e il trasformismo dei vari Russo Franco e Spena?

Gli ex-PCI ed ex DP: dal partito dell’utopia al partito dell’interesse privato come causa di corruzione dell’etica pubblica e il riformismo come strumento di cosiddetta modifica della realtà interpretata come acquisizione delle “stanze dei bottoni” che sono tante, per darne uno a ciascuno e a quanti più, per ottenere, pagandola, la fedeltà di APPARATNIKI – che vanno dai consiglieri di quartiere fino alla UE – e il consenso di amici e familiari di questi a cui, in pratica, si sono ridotti ormai i voti di Rifondazione scomparsa dal Nord, dalle fabbriche e dal sociale.

Mentre alla camera trasuda il TRASFORMISMO di Giovanni RUSSO SPENA , e mentre la Regione Toscana, che è stata la prima ad incrementare il numero di consiglieri regionali e i ricchi e veri e propri stipendi a partire dai consiglieri di quartiere, ora sta correndo per far vedere che tale regione – autrice per altro del porcellum elettorale copiato e reso nazionale da Calderoli e dalla destra – riduce i consiglieri regionali, i vertici di potere della Rifondazione“al governo” hanno acquistato pagine di Repubblica un giorno e del Riformista il seguente (e forse anche altre che non sappiamo) per dire che per salvare la Costituzione occorre cambiarla, cioè quello che da Occhetto e Pds prima, DS e Margherita poi, dicono da 20 anni: salviamo la Costituzione, pur di aggiornarla, non demolirla”, secondo la falsa idea pidiessina e del Pp e dei DS – di cui Rifondazione mira a prendere il posto – che potenziando l’esecutivo anziché demolire la Costituzione la si aggiorni. Cosa aberrante e mistificante – e per di più a pagamento – perché si passa dal comitato di difesa della Costituzione al comitato per cambiarlanascondendo enon dicendo che cambiando la forma di governocambiano gli obiettivi, perché attraverso il primato dell’esecutivo viene abolita la prospettiva di trasformazione e di critica degli assetti di potere del capitale che vengono così salvaguardati gestendoli in ogni particolare luogo sia economico che sociale, dai gruppi di vertici di partito e di sindacato.

Quando invece di determinarsi per reintrodurre il sistema proporzionale puro, si dice di modificare le norme di revisione costituzionale dell’art. 138 per ottenere che non sia alterata la Costituzione – alterazione effettuata dal centrosinistra con la legge 2001 con soli 4 voti di maggioranza – da maggioranze costituite dal premio di maggioranza, simira ad imporre al popolo italiano il carattere irreversibile della legge elettorale maggioritariacontro la proporzionale eliminata nel ‘93, e quindi contro il pluralismo, magari anche colbipartitismo che sancirebbe l’autoritarismo integrale delle istituzioni che è la condizione operativa di una strategia di consolidamento del capitalismo e della classe dominante, idonea a portare alle estreme conseguenze quella concezione di “modernizzazione” reazionaria che a suo tempo ha concorso all’instaurazione del “premierato” da parte dello stesso regime fascista come regime “del capo del governo” (Duce), e regime della centralità nazionale dell’iniziativa economica privata delle imprese con cui ai lavoratori e sindacati imponeva di concertare e collaborare.

Donde la falsità e l’ipocrisia di quanto sostiene Rifondazione “al governo”, con slogan che ricordano quello con cui nell”83-’84 si promosse la madre di tutte le privatizzazioni: “se volete delle ferrovie che funzionino sbaracchiamo queste FFSS pubbliche“, puntando sul disorientamento di un elettorato popolare e di massa che però esattamente un anno fa ha saputo cogliere le insidie della combinazione tra “premierato” e “federalismo” (che ora anche Rifondazione ripropone) e imponendo persino un quorum non previsto dal referendum, ha detto NO, respingendo le smanie neo-autoritarie del centrodestra e del centrosinistra e quindi anche quelle dell’attuale Rifondazioneneo-autoritaria del sistema sociale e del sistema politico.

Costi della politica. QUANTO CI COSTA RIFONDAZIONE e il trasformismo dei vari Russo Franco e Spena?ultima modifica: 2012-04-09T08:27:00+02:00da iskra2010
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