È ora che soffi il vento di Atene

Duomo Milano.jpg

23/05/2012 20:55

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO RICEVUTO DA UN GRUPPO DI LAVORATORI DEL COMUNE DI MILANO.

La scuola pubblica gestita in proprio dall’Amministrazione Comunale a Milano è sempre stata caratterizzata per la versatilità dei corsi offerti, soprattutto rivolti alle classi popolari e, altro elemento caratterizzante, per la presenza anche nei quartieri periferici. Chiara scelta delle amministrazioni di sinistra susseguitesi nel corso degli anni sino agli ’80 del secolo scorso. Gli ultimi lustri invece, marcati da Giunte delle destre hanno provocato uno smottamento profondo rispetto al concetto di servizio pubblico. Infatti, le “note” scuole civiche ( questa la dizione amministrativa ) sono state tagliate, ridotte, chiuse in plessi, corsi, utenti e lavoratori. E poi ci sono quelle privatizzate ( nella semplice gestione e/o nell’assetto capitario) : cinema, musica, teatro…cioè l’espressione culturale di una città, ipse dixit il sentire di una comunità: accogliente o respingente; inclusiva od escludente… Lo “sporco lavoro” della destra. Le restanti ( grafica, informatica, lingue, ottica…) che nel frattempo rimangono a gestione ( complessiva) diretta del Comune vengono divise in due diverse gestioni assessorili. Grimaldello necessario a dividere anche i lavoratori tra loro, diversificando i diritti fruibili dagli stessi. Modifiche (in pejus) nelle applicazioni del contratto nazionale di lavoro secondo il modello Marchionne, tramite deroghe unilaterali che aumentano gli orari di lavoro ed i carichi collegati (elementi tra l’altro correlati alle parti variabili del salario, sempre più aleatorio nelle quantità fisse). I lavoratori cominciano a questo punto una serie di ricorsi presso il Tribunale del lavoro al fine di ristabilire la corretta applicazione del contratto. Che, viene ribadito in tre sentenze, è modificato illegittimamente. Ma niente da fare l’Amministrazione Comunale persiste nelle proprie opzioni di stravolgimento delle tutele lavorative. E parliamo anche, e soprattutto, della salute dei lavoratori. Il sindacato tutto ne esce con le ossa a pezzi. Confederali, di base e autonomi. Inconcludenti. Non riescono ad attivare percorsi unitari di lotta o semplicemente di negoziazione collettiva con la controparte. Che, finalmente, a maggio del 2011 cambia. La sindacatura passa da Moratti a Pisapia. E quindi, un sindaco i cui riferimenti nazionali sono strettamente collegati alla FIOM non potrà che far rientrare tutto, riapplicando il contratto collettivo di lavoro in tutte le sue parti. Niente da fare. La nuova giunta, “col vento che cambia davvero” fa ricorso contro i lavoratori. Ma come…la democrazia partecipata, le assemblee di quartiere…Già, nel frattempo, la stessa ha aumentato i prezzi dei trasporti pubblici (quelli utilizzati tutti i giorni da milioni di lavoratori, pensionati e disoccupati) ed ha regalato le infrastrutture di trasporto ( ed a breve dell’energia) a finanzieri d’assalto.

E poi. Quando Ada Gobetti (Comandante partigiana in Val di Susa e vice-Sindaca di Torino nella prima giunta post 25 Aprile) giunse ad amministrare il capoluogo piemontese, la prima cosa che fece fu di farsi preparare un elenco di tutti i funzionari realmente antifascisti per capire a chi affidare i gangli burocratici del Comune si da renderlo davvero democratico e partecipato, cioè dei cittadini torinesi. E subito dopo, requisì le opere d’arte disperse durante la guerra per riaprire i musei pubblici alla città. Stessa cosa con le scuole e gli istituti di assistenza. Ri-pubblicizzati dopo il ventennio. Il contrario della Giunta SEL/PD/Federazione della Sinistra. Con precari rimasti tali; servizi pubblici in restringimento con gli aumenti degli appalti; salari dei 17.000 dipendenti inchiodati. E le scuole civiche? Doveva essere fatto altro. Indubbiamente. Anche per invertire il senso di rotta della riforma Gelmini ( o meglio Aprea, che ora è assessora in Regione Lombardia) una vera testa di ponte per “tutto privatizzare”. Se è vero che Milano è un laboratorio politico nazionale. Lo diceva anche Gramsci, quando si rese conto che l’occupazione delle fabbriche fallì a causa dei milanesi; cioè della ultrariformista Camera del Lavoro di Milano che fece (ora come allora) da pompiere sul fuoco delle “sommosse”. La Stessa CdL che ha un proprio componente in Giunta e che è parte fondante della Fondazione Welfare, cioè un ente di natura privatistica che gestisce parte rilevante dell’assistenza di tipo caritatevole ai bisognosi. Ma un tempo non c’erano diritti? La Costituzione? È ora che soffi il vento di Atene.

Un gruppo di lavoratori del Comune di Milano che si sta autorganizzando per un sindacato di classe

da: Redazione Proletaria.it

È ora che soffi il vento di Ateneultima modifica: 2012-05-24T12:02:00+02:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo