Nella fase in cui la dialettica é solo intercapitalistica e “a sinistra” né si discute né si risponde


IMG_3605+logoMOWA.jpg foto MOWA

da Angelo Ruggeri

 

Mattinale (15 giugno 2012).

Con riferimento all’intervista di Paolo Savona sul ritorno alla lira che già dieci anni fa  fu protagonista del dibattito intercapitalistico che dimostrava le “fregnacce” di chi oggi dice “ci vuole una UE politica e non solo economica“. La “sovranità popolare” trasferita ad una Banca : questo è il conclamato “deficit democratico” dell’Europa

Santi iddio: ma non ricordate il dibattito sulla UE che concludeva che il potere politico europeo c’è già ed è il potere politico/economico della BCE concepita e accettata come potere politico in primis dalla “sinistra” borghese di centrosinistra e di sinistra-centro? Per capire perché oggi perdiamo ricordiamoci che quando vincevamo facevamo piani di settore e conferenze di produzione di cui abbiamo la pubblicazione di quella sulle “riconversioni” alla IRE-Philips e nelle PPSS con  relazioni mie e conclusioni di Adalberto Minucci, di Colajanni per le PPSS e Conti nella Conferenza del settore tessile.

 

Nella fase del “lungo secolo” (dal 1880 ad oggi) in cui il conflitto é solo intercapitalistico e la dialettica è solo interna ai vertici dei club di potere trasversali e bipartisan del capitalismo:  

Viceversa, oggi, se si guarda “a sinistra” tutto è a “cavare”, a togliere, tutto spinge a “lasciar perdere” perchè se non solo non ci si indigna e non ci si dialetizza e, anzi, nemmeno si risponde sul “mono ” di potere  e la forma  di governo tramite legge elettorale e presidenzialismo a cui lavorano nel silenzio e non solo senza indignazione e tanto meno lotte ma, anche se sollecitati, senza neanche RISPONDERE e soprattutto senza dialettizarci e discutere tenendo conto del rapporto di Teoria e prassi con cui si realizza o non si realizza l’unità dei comunisti e della “sinistra”, che per essere “vera unità” deve essere anzitutto unità culturale e teorica:come è quella della borghesia che, infatti, unisce formazioni diverse al di là delle diverse forme organizzate e anche degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra: una unità “vera” che viene prima dell’unità organizzativa e politica, come l’unità vera del proletariato e della “sinistra” che i comunisti unificavano con la unità dalla TEORIA DELLA PRASSI tramite il PCI.

 

Non c’è verso di far capire che: LE AZIONI NON SORRETTE DALLA TEORIA SONO IMPULSI INFRUTTIFERI“. (Antonio Gramsci)

Senza di ciò è inutile fare “politica” (cosa è politica?), inutile perdere tempo anche a leggere e con chi legge il Manifesto” per che cosa? e per i migliori come settori FIOM, assemblee di base e “comunisti insieme” per che cosa? (bisognerebbe come sopra aggiungere) se si lascia che a discutere siano solo i vertici interni al capitalismo, se non si vuole o non si sa dare luogo ad una dialettica (anche da parte dei migliori – come Piro che un anno fa mi disse ti richiamo e ti faccio sapere): forse che “a sinistra” si pensa che la dialettica è un metodo inventato dai filosofi, come credeva il panteista e antistoricista Goethe.

Mentre la dialettica altro non è che il buon senso degli uomini e lo spirito di contraddizione che vive in ogni uomo e che porta a vedere le cose da punti di vista diversi. Ovvero la dialettica è la cosa più popolare che ci sia, che va da Aristotele fino a Hegel e poi a Marx, Lenin, Gramsci, ecc., che se acquista forme diverse e sviluppandosi dalla dilettica idealistica in quella materialistica (che non significa “materiale” come credono alcuni beoti tellettual-in che credono che la “costituzione materiale” sia”materialista” e quindi meglio di quella “formale” mentre all’opposto è un “golpe” materiale come denunciò Gramsci e poi Berlinguer).  E ALLORA? Ci dialettiziamo, discutiamo, confrontiamo, rispondiamo o no?

La verità, pare a noi, è che da quando non c’è più il PCI sono tutti diventati meno intelligenti, sopra tutto quelli che stavano ai suoi vertici e sembravano tutti “colti”, ma non sono stati tali dopo Berlinguer e col “trionfante” occhettismo anti-PCI.

Meno intelligenti tutti non perchè nell’intellettuale collettivo l’intelligenza fosse contagiosa, MA PERCHE STIMOLAVA L’INTELLIGENZA DI TUTTI DENTRO IL PCI E FUORI, NEL PAESE, NELLA SOCIETA.

 

Oggi viceversa gli stimoli sono appunto solo “a cavare”, a togliere, a “lasciar perdere”. E gli stimoli a discutere e riflettere bisogna andare a trovarli nel dibattito interno ai vertici del capitalismo, ora, come 10 anni fa sollecitato da Paolo Savona (nei confronti dei figliocci e alfieri di Monti, Giavazzi e Alesina): discutono di capitalismo e di potere, politico economico e statale, mentre a “sinistra” si “trastullano” e si divide sui liberali “diritti civili”, ottenendo per questo un encomio da parte del Corsera di oggi e dai radicali di Pannella che effettivamente ha ragione quando rivendica di essere l’erede della sinistra storica ottocentesca, borghese e liberale, a cui si acconcia anche tutta la “a sinistra” politica e sindacale di oggi.

 

Bisogna ribadire sempre che: La rivendicazione dei “diritti” ovvero civili-individuali è la perpetuazione del metodo introdotto da “destra” e da “sinistra”, all’inizio degli anni ’90, come rinuncia alla rivendicazione di potere sia sociale che politico dalla cui consistenza ha dipeso la conquista negli anni ’60-’70 dei “diritti” oggi in bilico e indifendibili proprio per l’assenza – in nome della “globalizzazione” e dei “diritti” –  di ogni forma di contrattacco del potere della classe operaia al potere del sistema delle imprese. In linea con questa rinuncia, c’è poi la convergenza acritica sui c.d. “beni comuni” pur di non parlare più di socializzazione dei poteri e dell’economia e dello stato, e quindi di socialismo. (A. Ruggeri S. d’Albego)

 

L’avevamo già riproposto aggiornato nel “Il potere politico/economico della BCE” tratto dal nostro “Le Costituzioni regressive” pubblicato sulla “Rivista Indipendenza“, e nei pezzi inviati di recente con gli stessi titoli, ma si sa che specialmente oggi OCCORRE RIPETERE E RICHIAMARE CONTINUAMENTE, perchè viviamo nella quotidianità dell’ “usa e getta” consumistico.

Può essere utile “a chi interessa” ricordare quel dibattito e di cui scrivemmo 11 anni fa, che Savona sembra riaccendere oggi, tralasciamo però di allegare la lettera ad Adalberto Minucci  e l’articolo del sottoscritto “LA SOVRANITA’ POPOLARE NEL FORZIERE DELLA BCE” pubblicato sulla Prealpina del 6 maggio 1998″ (già il 6 maggio 1998!).

 

L’occhio di SpartacoOSSERVA, REGISTRA, MEMORIZZA. E NON DIMENTICA – Rassegna30-4-2001 (Dedicato agli “euro-fanatici”; e a: L”Apprendista stregone di nome Bobbio”Bobbio, la Trilateral e la P2” – “Il sovversivismo reazionario della “sinistra elettorale”.

L’attuale legislatura cominciò con l’ex e post comunista di cultura nazional-socialista, e nomen omen Luciano Violante, che appena eletto presidente della Camera, per la prima volta in un’aula parlamentare commemorò “i ragazzi della Repubblica di Salò”.

E’ passata attraverso le “bastonature” durante le poche manifestazioni dei lavoratori e dei disoccupati, come non se ne vedevano dai tempi di Scelba e della celere degli anni ‘70.

Finisce con una sinistra che scopre l’antifascismo un volta ogni lustro – dopo aver perso o teme di perdere le elezioni – e che si lamenta perché altri non fanno ciò che lei stessa non vuole fare. Come quando in occasione del 25 Aprile si è lamentata perché alcuni sindaci hanno concesso qualche sala a Forza Nuova, senza prendersela però con il Ministro degli Interni del proprio governo di centrosinistra che, pur essendo proprio nei suoi poteri, non ha voluto e non vuole mettere fuori legge un’organizzazione dichiaratamente fascista come Forza Nuova.

Nella fase in cui la dialettica é solo intercapitalistica e “a sinistra” né si discute né si rispondeultima modifica: 2012-07-07T08:30:00+02:00da iskra2010
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