Matteo Renzi e Michael Ledeen…

 

Corriere fiorentino it.jpg


IN VIAGGIO SULLA TERZA VIA

Quella rete americana sull’asse Clinton-Blair

Tutti queste relazioni servono per creare uno standing e una credibilità internazionale

Dopo Casini («Fa ridere immaginare che al prossimo vertice con la Merkel l’Italia non mandi Monti ma Renzi»); dopo D’Alema che dice che il sindaco è unfit per guidare l’Italia. Insomma dopo essere stato definito, dentro e fuori il suo partito, non adatto a governare, il Rottamatore approfitta della convention dei Democratici americani a Charlotte per trasformare la sgangherata photo opportunity di quella volta che si fiondò a caccia di una stretta di mano con Obama, nell’occasione «per creare una rete di relazioni», come spiega lo stesso Renzi in collegamento per Sky dagli Stati Uniti.

Il sindaco non parte da zero, come dimostra anche la genesi dell’incontro americano, nato dai contatti fra Giuliano da Empoli, l’architetto del programma elettorale renziano, e Matt Browne, già direttore del Policy Network — think tank fondato da Tony Blair, Gerhard Schroeder, Goran Persson e Giuliano Amato — che oggi è nel Center for American Progress, il pensatoio fondato da John Podesta. Ma il sindaco fra i suoi rapporti politici in America, oltre ai Dem tipo Kerry Kennedy, può contare anche su relazioni trasversali, grazie anche alla vicinanza di Marco Carrai, che cura la raccolta fondi di Renzi, a Michael Ledeen, animatore del think tank repubblicano American Enterprise Institute.

Tutti queste relazioni servono per creare uno standing e una credibilità internazionale e, come spiegano i renziani, per mandare un messaggio chiaro: mentre il Pd s’affanna (va) a individuare una sua collocazione a livello europeo e su come far chiamare l’eurogruppo a Bruxelles (discussione poi risolta in S&D, Socialists and Democrats), lui cercava di sintonizzarsi con la Terza Via clintonian-blairiana. Ecco, è proprio in questo tentativo che sta la differenza politica fra la sua idea di Pd e quella di Bersani. Come scrive Tony Blair nella sua autobiografia, «Un viaggio», per spiegare le difficoltà del Labour fra gli anni Ottanta e Novanta, «non eravamo in contatto con il mondo moderno. Attiravamo solamente due categorie di persone: coloro che erano tradizionalmente laburisti — dice l’ex leader britannico — e coloro che arrivavano al socialismo o alla democrazia sociale seguendo un percorso intellettuali. Molti attivisti delle associazioni sindacali rientravano nella prima categoria; io facevo parte della seconda. Nessuno dei due approcci poteva essere considerato la tendenza più diffusa e anche insieme non arrivavano a raccogliere i consensi necessari per vincere e salire al governo». In questo sta, probabilmente, il senso della sfida «anglosassone» al Pd di Bersani a matrice socialdemocratica.

David Allegranti 
@davidallegranti 
david.allegranti@rcs.it
06 settembre 2012


ISKRA

Ulteriori approfondimenti su Michael Ledeen:

alla pag. 34

http://books.google.it/books?id=O_M8vbvVqPUC&pg=PA34&lpg=PA34&dq=ledeen+magistratura&source=bl&ots=f-D9mHgYxt&sig=H-Cqzd5pQxxw29YJgHf6aaHPyNA&hl=en&sa=X&ei=wKV9UPjqMMfQsgbTxIDIBg&ved=0CEYQ6AEwBA#v=onepage&q=ledeen%20magistratura&f=false

 

http://iskra.myblog.it/archive/2011/06/25/dens-dŏlens-19-giornalisticamente-parlando.html

 

Matteo Renzi e Michael Ledeen…ultima modifica: 2012-10-18T09:30:00+02:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo