Dens dŏlens 303 – Vogliono tutto fuorchè il proporzionale puro…

di MOWA

 

Le attuali forze politiche, piroetta dopo piroetta, in una brutta parodia della “Commedia degli orrori“, si mostrano pubblicamente molto disponibili ad un dialogo ma senza avere (volutamente?) soluzioni di continuità democratica da proporre per il bene del Paese e, ancor prima, per gli ultimi.

Le manovre dei politici attuali sono tutte proiettate verso una farsa della conciliazione partitica o verticistica e che, qualora avvenisse, peggiorerebbe lo stato di cose, nel senso che, nessuna delle odierne forze parlamentari è disposta a mettere sul piatto della discussione la storpiatura antidemocratica del sistema elettorale (Rosatellum) come alcuni avevano promesso nelle contese pubbliche e sui media prima del 4 marzo.

Una storpiatura elettorale che non ha saputo ripristinare valori democratici di rappresentatività del corpo parlamentare secondo i paradigmi della reale democrazia ma che, invece, ripropone una mera nomina, come nei precedenti: Mattarellum (del 1993, maggioritario a turno unico per 2/3 dei seggi, 472 alla Camera e 238 al Senato, mentre i restanti 158 e 77 vengono assegnati col proporzionale) o del “Porcellum” (del 2010, di Calderoli che, grazie alle liste bloccate impedisce agli elettori di scegliere i propri rappresentanti e, trasformando le Camere in assemblee di controllati dai capi-partito, vanifica ogni indipendenza del Parlamento).

Il costituzionalista Salvatore d’Albergo sosteneva (come riportato nel post nell’aprile 2013) che vi erano diverse complicità ad aver lavorato per la perdita della rappresentatività democratica.

Infatti, affermava:

Sistema elettorale maggioritario e ritorno alla prima fase del capitalismo ottocentesco

Le ultime rituali consacrazioni di decisioni imposte per la formazione del governo ritenuto dal Capo dello Stato – come da Berlusconi – “senza alternative”, dimostrano come il “bipolarismo” derivante dalla sostituzione della proporzionale pura con uno dei metodi maggioritari sia il marchingegno che assicura il consolidarsi del pensiero “unico” su cui si basa la continuità del conservatorismo sociale, ai danni di una democrazia destinata a rimanere incompiuta in una scena politica tornata ai nefasti della prima fase del capitalismo ottocentesco, quando doveva ancora nascere il partito socialista, seguito poi dal partito popolare e dal partito comunista: al cui incontro si deve – dopo la caduta del fascismo – la nuova Costituzione democratico-sociale, oggi messa a repentaglio dall’infausta convergenza di Pd, PdL e centristi sotto l’egida di un Capo dello Stato divenuto emblema di un’eversione incontenibile sino a quando non si ricostituirà il partito della rivoluzione democratica.

Di Maio, del M5S, vorrebbe ritornare, in una data tecnicamente improponibile, alle elezioni il 24 di giugno con il Rosatellum, ingannando così i suoi sostenitori, in quanto profila l’ipotesi che questo modo sia un sistema di espressione genuino del corpo elettorale.

Tralascia, il signor Di Maio, che lasciando parti di candidati nominati inficia il patto costituzionale e, sempre citando d’Albergo (ripreso da noi nel luglio 2015) vorrebbe dire che

Il “maggioritarismo” è stato inculcato nelle masse popolari grazie all’azione di Occhetto e dei dirigenti a lui collegati, con un’operazione mediatica martellante atta a far passare quello che era uno dei punti fondamentali del progetto del Piano di rinascita della P2. Occhetto, spingendo sugli slogan “riformismo forte” e “alternanza”, ha portato al successo il referendum del 1993 che aboliva di fatto il sistema proporzionale introdotto con la legge elettorale che dal 1948 – fortificata dalla sconfitta della “legge truffa” del 1953 – garantiva la democraticità della forma di governo, secondo il modulo di una Repubblica parlamentare e non presidenziale coerente con gli articoli 3, comma 2 e 49 della Costituzione, fondata sul pluralismo politico realizzato e realizzabile solo attraverso la rappresentanza integralmente proporzionale e non maggioritaria dei partiti.

Per capirne fino in fondo l’importanza occorre ascoltare con estrema attenzione l’intervista rilasciataci nel 2008 dal compagno Salvatore d’Albergo, https://www.youtube.com/watch?v=gUZ7LW_BVtY, che spronava – purtroppo inascoltato – con estrema lungimiranza la maggiore forza di opposizione.

Un sistema democratico della rappresentatività (nato nell’alveo teorico e, poi, voluto e preteso dai comunisti nella Costituzione) che portò alla formazione dei “governi di unità nazionale, i cui capisaldi furono l’abrogazione del sistema corporativo, il suffragio universale e la scelta antimaggioritaria del principio proporzionale puro per l’elezione dell’Assemblea Costituente e dei rinati Consigli degli enti locali, nonché la devoluzione al referendum popolare della questione istituzionale concernente la forma monarchica o repubblicana“.

Come dimenticare la lezione del titanico pensatore comunista quando affermava:

I Parlamenti non eletti col suffragio proporzionale puro, eliminano sostanzialmente dall’arena politico parlamentare tutti coloro che non sono proprietari e non appartengono alla classe borghese e di affaristi. Questi Parlamenti sono le Trade Union della borghesia, a favore della quale viene elaborata una legislazione che da tutti i punti di vista sia per essa vantaggiosa. Di conseguenza è statalismo in quanto esiste sempre un intervento dello stato. (Antonio Gramsci)

Quanti, incautamente, hanno votato con questi sistemi elettorali (Rosatellum incluso!) non hanno pensato al trabocchetto in cui si stavano infilando ma possono riscattarsi chiedendo il ripristino delle regole democratiche e spingendo verso il proporzionale puro…

Dens dŏlens 303 – Vogliono tutto fuorchè il proporzionale puro…ultima modifica: 2018-05-05T19:40:56+02:00da iskra2010
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