Dens dŏlens 313 – Il bluff di Salvini, Di Maio & C. sulle pensioni

di MOWA

Evviva, evviva! Finalmente qualcuno ha l’intenzione di abbassare la quota per andare in pensione (che sarebbe la somma tra gli anni di lavoro e l’età anagrafica) portandola ancora (evviva! evviva!) a 100.

Ma dopo la semi-sbornia di chi vede il lavoro come risorsa ma, anche, come fatica fisica e mentale, ci si rende conto dell’ ennesima bufala data in pasto ai lavoratori… e, probabilmente, solo, elettoralistica.

Ci si rende conto che coloro che propongono (principalmente Lega e M5S) la quota 100 non si sono mai ricordati di dire ai lavoratori che se vogliono arrivare a quella quota (100) devono, prima, mettere mano principalmente alle varie riforme pensionistiche ante-Fornero (Amato, Dini…) altrimenti il conto salato sarà obbligato a pagarlo, ancora una volta, chi lavora.

Se verrà conservato il sistema pensionistico contributivo (ovvero, per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995), facendo delle proiezioni su un reddito lavorativo (considerevole rispetto a quelli esistenti) di fine carriera di 2 mila euro si arriverà, ad una perdita media di € 200 cadauno, partendo dall’assunto che la pensione d’anzianità è mediamente per i lavoratori dipendenti di € 1300 mensili (Più del 60% delle pensioni italiane è intorno ai 750 euro, Osservatorio INPS 2017) ciò vorrebbe dire che non sarà cosa di poco conto per la vita delle persone. Se, poi, dovessimo andare con i dati odierni in altre realtà geografiche (Regioni che hanno votato M5S o Lega) dove il disagio è più serio si può immaginare cosa sarà il cambiamento per le persone e/o la società nel suo complesso.

Aver gridato ai quattro venti, cavalcando l’onda, il disgusto sociale che la legge Fornero esprimeva, senza mettere in discussione che il sistema montante delle pensioni aveva già con le precedenti riforme prodotto seri guai è stata una mascalzonata che produrrà l’ennesima disaffezione alla politica tanto desiderata dalle classi dominanti lasciandogli ulteriormente campo libero su altre immonde nefandezze sociali quali la flat-tax (che piccona alle spalle la Costituzione) e che sarà, de facto, un condono legalizzato agli evasori.

Aver prodotto in laboratorio, da parte delle classi dominanti, partiti iconologici che si rifanno alla tecnica per ricostruire un discutibile passato non ci salverà dalle degerazioni culturali a cui stiamo andando incontro e che, iniziano a manifestarsi, anche, con atteggiamenti sempre meno umani e più cinici verso le persone che chiedono aiuto, se non ci attrezzeremo adeguatamente con modi e metodi adeguati all’emergenza reazionaria che riaffiora in superficie.

La necessità di avere un partito che si rifaccia a dei valori di cooperazione, solidarietà, umanità e progresso per tutti, deve diventare la parola d’ordine prioritaria per tutte quelle persone che non ipocritamente credono nella Costituzione odierna. Una Carta costituzionale che ci aveva dato la possibilità di diventare, nei decenni post-bellici, un riferimento per tutti gli oppressi di questo mondo sia nel campo dei diritti sociali che in quello umano e che sarebbe ridicolo, per non dire tragico, perdere in un amen perché, purtroppo, ci siamo seduti ad aspettare che succedesse qualcosa di tragico e, non aver compreso che quel momento si era già presentato con l’11 giugno 1984 , il 3 febbraio 1991, e…

E, se non siete convinti che il comunismo sia l’unica ancora di salvezza per il genere umano, guardate qui il dato sul sistema pensionistico rimasto dell’ex URSS per riconsiderare l’ipotesi di quale sia il futuro vincente.

Dens dŏlens 313 – Il bluff di Salvini, Di Maio & C. sulle pensioniultima modifica: 2018-07-10T08:23:26+02:00da iskra2010
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