NOI SAPPIAMO

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Pre scriptum. Il seguente articolo trae origine dalla Nota di Alice sulla sconfitta operaia alla Fiat e che  molto apprezzata da Spartaco, é stata liberamente integrata dallo stesso. Rispetto a tale integrazione, Alice constata “che Spartaco è d’accordo sulla sconfitta. Per Spartaco essa deriva dall’abbandono della teoria marxista da parte di molti soggetti collettivi. Per Alice, deriva da molte cause e prelude alla necessità non differibile di produrre e distribuire, qui e ora, merci [per esempio: cavoli o automobili] senza “trarne profitto”. Ritenendo e volendo si può pubblicare anche i due parti: la sintesi, e poi l’articolo – volendo diviso in due parti anch’esso, a parere e valutazione della redazione. Grazie mille.

 

Spartaco

 

Come Pasolini e in più di Lui

NOI SAPPIAMO E ABBIAMO LE PROVE

Dall’abbandono della strategia delle riforme sociali per attuare la democrazia sociale prefigurata dalla Costituzione, alla sconfitta  operaia alla Fiat.

 

Sintetizziamo che nell’articolo seguente, si intende cogliere positivamente una dialettica con Alice, per richiamare quello che chi ha vissuto la messa in pratica di tale strategia, nella stagione di lotte politiche e sociali, sa che essa funzionava tanto bene da aver per la prima volta nella storia fatto “tremare” la borghesia italiana, costretta ad agire fuori e contro la Costiuzione con ogni mezzo sia plese che occulto. Quindi nessuno puo venire a dire oggi che ciò che sosteniamo è impossibile, che non funziona, che è forse fascinoso ma utopico, ecc.. Noi non siamo tellettual-in che in quella stagione furono solo osche cocchiere. Non siamo come quei laureandi di fresca data degli anni 70 che hanno perso la vocazione e l’entusiasmo lungo le aride pendici dei programmi di governo della “sinistre di sistema”.

 

Non siamo dei Revelli o Asor Rosa, o Toni Negri e simili, mosche cocchiere che per non sembrare tali svisceravano arroventati articoli, incediari o persino para-terroristici, ricorrendo alle piu sottili speculazioni dei vecchi ed eruditi moduli della cultura borghese e alle allegre intuizioni ideologiche di quanti riluttavano a rompersi il capo nel duro lavoro di attuazione della teoria della prassi comunista.

Noi abbiamo visto e sperimentato, ottenendo grandi risulatati persino di recente, che l’organizzazione della democrazia dal basso funziona.

 

NOI SAPPIAMO, in tanti, DE ACTU ET DE VISU, CHE TALE STRATEGIA,  COSTITUZIONALMENTE SANCITA NELLA CONVERGENZA POLITICO-CULTURALE DI DOSSETTI E TOGLIATTI PER IL CONTROLLO SOCIALE DELL’ECONOMIA E NON PER LO “STATO SOCIALE”, HA FUNZIONATO E FUNZIONA.

Dunque, occorre evidenziare e richiamare il filo rosso che – una volta interrotta tale strategia – dalla “lunga” marcia  degli anni 90, delle c.d. “sinistre” verso il mercato del capitalismo incivilito del Comon Lav e le istituzioni dell’economia di mercato che l’Italia non ha aveva mai posseduto, ha portato:

 

1) sia alla defaillance cronica e non solo in Italia di tutta la “sinistra” post-comunista, protesa verso poliitche di c.d.”terza via” (tutte fallite ed equivoche: dal Mussolini a Blair c’è stato un florilegio di “terze vie” tutte fallite) e una strategia di anticomunismo “democratico” (sic);

2) sia alla “cancellazione” politica e mediatica della classe operaia, avendo svuotato il carattere di classe della posizione e funzione del lavoro

 

Il tutto a partire, da prima della “crisi del soviettismo”, già nell’immediato dopo Berlinguer e poi sancito dalla cancellazione del PCI, da un  rovesciamento storico e strategico, teorico-culturale totale del PCI-Pds-DS-PD-RC-Pcdi-SinistraeLibertà.Un rovesciamento strategico totale che addirittura viene amplificato da un Vendola che quasi a renderlo platealmente visibile (il che dovrebbe far ripensare chi si dice intellettualente onesto e vi aderisce in buona fede) non per caso tiene come  suo sottopancia lo stesso sottopancia di Bertinotti. Ovvero quel Giordano per il quale vale come nessun altro, il non sempre valido per tutti  Parcelsus di Browning:Misura l’altezza della mente dall’ombra che proietta“. Uno che come altri “sinistri” non solo contende da sempre ai leghisti l’ascesa dell’anticultura nella politica (cosa senza precedenti) ma che come responsabile della Commissione lavoro RC, relazionando alla 1° conferenza operaia nazionale di RC, tenutasi a Torino, ha assimilato e assunto il rovesciamento strategico del Pds. Proclamando l’abbandono della strategia costituzionale del controllo sociale e della programmazione economica per la del tutto opposta e c.d. “democrazia economica (sic), già assunta dall’occhettismo, volta a separare l’economia dalla democrazia politica-economica-sociale che la Costituzione ha sancito come inseparabili.

 

In tal modo, da allora, si è separato il lavoro dall’economia produttiva, sottomettendo totalmente l’economia alla liberistica libertà d’impresa privata capitalistica e cos’ rendendo residuale e subalterno sia il lavoro che il mercato del lavoro. Da allora si assiste al cialtronesco “impegno” di sindcati e “sinistre” (donde le Legi Treu, Biagi, ecc.) che tenendo in nessun conto il rapporto che esiste con la produzione economica, si occupano solo dele c.d. politiche del mercato del lavoro. Che separate dalle scelte economiche e produttive (lasciate alle imprese parificate ed identificate come fossero una vera e propria istituzione politica: lo disse apertamente il Pds) rende e hanno reso impossibile una politica  economica e del lavoro finalizzata all’occupazione. Ed in questo c’è tutto il peso delle implicazioni e dello snaturamente derivato dalle conseguenze traumatiche dell’abbandone da parte della CGIL e di tutta la “sinistra” della teoria marxista e della funzione del “lavoro” nel sistema dei rapporti tra società e stato.

 

 

NOI SAPPIAMOultima modifica: 2011-03-20T00:20:00+01:00da iskra2010
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