Il grido di dolore

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Nota di Alice

 

[21 maggio 2011] – In un’intervista all’educatissimo Beppe Severgnini apparsa sul Corriere della Sera del 20 maggio Al Gore, ex vicepresidente democratico USA e premio Nobel per la pace, argomenta che “l’America non può ignorare il desiderio di libertà degli  arabi”.

 

Re Vittorio Emanuele II, poco prima di far conquistare il Sud d’Italia, dichiarò che non era insensibile al “grido di dolore” che da tanta parte d’Italia si levava verso di lui.

 

Se l’assonanza è corretta, quella americana sarà una nuova “conquista”, questa volta estesa al sud del mondo…

 

Gli americani pianteranno, dunque, una statua della Libertà anche in Giordania. E poi rapiranno in nome della sicurezza – come hanno già fatto a Milano e in ogni luogo –  tutti i possibili, futuri Abu Omar, per farli infine “cantare” in nuove Guantanamo.

 

Sarebbe bene che gli americani tenessero per sé la loro libertà e si astenessero dall’esportarla. La piantino di scimmiottare la storia: Roma esportava, così si dice, il diritto. Gli americani che esportano?

 

Pensino a sanare i loro debiti prima che i cinesi si decidano a fare quello che i banchieri tedeschi stanno facendo alla Grecia!

Il grido di doloreultima modifica: 2011-05-24T01:52:00+02:00da iskra2010
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Un pensiero su “Il grido di dolore

  1. Vabbhè pure i romani non è che erano tanto teneri quando andavano in giro per il mondo a fare guerre di colonizzazione… Comunque in linea di massima sono d’accordo.Saluti rossiAndrea

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