Aden Arabia-3. Francia dei padroni di schiavi e signori della Guerra

100_2368+logoMOWA.jpgfoto MOWA

di Angelo Ruggeri

“Quanti fra coloro che riescono a far capire le loro idee devono la loro forza alla fortuna di non essere stati capiti intuitivamente fin dall’inizio rendendo così urgente quanto piu difficilmente si riesce a dirlo e soprattutto a farlo capire? André Gide, che più di Prust o Joyce ha dominato la cultura e a cui occorre rifarsi per capire il fervore intellettuale di un’epoca e che rende ancor piu significativo i riconoscimenti e i plausi di Gide  alla forza argomentativa di Aden, fondata sulla sincerità delle denuncia del mondo in cui viviamo. Per ciò anche noi proviamo e riproviamo e rimandiamo, integrando Aden 3 e quanto dice sulla Francia, volendo come Aden urtare e fare da guastafeste per chi non si tormenta e si pacifica pensando che basti fare il proprio dovere, rincorrere il quotidiano, il giornalistico, navingare magari in internet e dedicarsi all’arcano di tutto e per niente e poco all’arcano dell’uomo, senza ancora avvertire dentro di se la vibrazione dell’Uomo, neanche dopo il flogisto immesso  nelle vene dalla voce chiaroveggente, sferzante, umanitaria e dalle non felpate argomentazione di Aden.
Chi e in che mondo siamo se non sentiamo e non reagiamo al richiamo della voce dell’Uomo a cui va ricondotto e finalizzato tutto il resto?  
Aden Arabia – 3, SPIEGA DI CHI E’ E CHE COSA E’ LA FRANCIA, A CHI COME LA ROSSANDA HA PRESO POSIZIONE FAVOREVOLE ALL’INTERVENTO FRANCESE DI AGGRESSIONE E DI GUERRA INTERIMPERIALISTICA IN LIBIA
NEL MARASMA DELLE DEVIAZIONI DALLA COSTITUZIONE E SU “POLITICA” E “ANTIPOLITICA”, A CONFERMA DELLO STATO DI CONFUSIONE TEORICO-POLITICA IN CUI VERSANO QUELLI CHE SCRIVONO SU IL MANIFESTO E I SUOI TELLETTUAL-IN, SI DISTINGUE L’EVOLUZIONE DELLE POSIZIONI ASSUNTE SU IL MANIFESTO da ROSSANA ROSSANDA (e da chi si è detto d’accordo con Lei) IN MERITO all’intervento militare “alleato” in Libia.
Un intervento militare che davvero non dovrebbe esserci bisogno di spiegare che rientra in una “normale” aggressione imperialistica: dietro la quale si organizzano l’industria militare e la finanza francese ed europea, e l’aggressività del capitalismo finanziario mondiale, responsabile delle permanenti guerre, “umanitarie” (o no), nella prospettiva di belligeranza totale e quindi come una invano demonizzata “terza guerra mondiale”, quale collaudata via di uscita (temporanea) dalla crisi-sistemica dell’economia capitalistica occidentale, e in particolare dalla crisi non solo economica ma sistemica del capitalismo e della “civiltà” borghese dell’europea UE, dove si è impegnati a garantire il rafforzamento (con subalternità di politica e sindacati all’economia e ai poteri d’impresa) degli interessi di classe fissata già con gli accordi di Maastricht.
In tale marasma non stupisce più di tanto che su il Manifesto, che si sotto titola “comunista”, ci si divida su due posizioni entrambe ugualmente sbagliate: tra chi, da un lato, aveva esaltato – e quindi difende – il sistema di potere libico e di Gheddafi identificandolo addirittura come un potere dal basso, di democrazia popolare (Parlato); e chi, dall’altro, Rossana Rossanda che da banfiana denuncia da molto tempo oscillazioni e incoerenze intellettuali e culturali: come quando sostenne (“bobbianamente”) che non si poteva sottoporre a referendum il taglio della scala mobile, dimenticandosi che la nostra Costituzione è di democrazia-sociale e non liberale e, quindi, viceversa, proprio un tema inerente la questione sociale, giustifica il ricorso al giudizio della sovranità popolare, molto più dei temi riguardanti i diritti civili e individuali liberali e borghesi. Sicché dopo aver sostenuto senza un vero ragionamento, che bisognava votare Bertinotti “per forza”, ora, non più sapendo evidentemente come funziona oggi l’imperialismo del capitale, non sa cogliere la natura interimperialistica della guerra come quella di Libia, una delle più classiche guerre di aggressione coloniali, e ancor più sporca nella misura in cui la si ammanta da “umanitaria”, per cui se ci si alza a difenderla o a giustificarla “è solo per far ridere i padroni” come dice Aden Arabia, visto che a farla, in primis, è proprio la Francia: il Paese in cui – avevamo ricordato in Aden Arabia 1 – “si tiene in vita la fiamma della guerra, con la stessa fedeltà con cui si conserva sempre acceso quel cretino di un gas sotto l’Arco di Trionfo, scoppiando d’orgoglio”, perché “sognano di mantenere un ordine militare in una nazione indisciplinata, cinta da nemici inventati da loro giorno per giorno”.
Perché dietro l’interventismo “umanitario” e messianico e “questo sballamento patriottico, che seduce pochi adolescenti di buona famiglia, si organizza l’industria e la finanza, il capitale finanziario francese e la guerriglia civile contro gli operai che non mangiano morti” causati con le guerre imperialiste e colonialiste.
“Francia?”
Questo Paese popolato di capi di schiavi e di schiavi docili, ai quali la lunghezza, ogni giorno ridotta, delle catene, da ancora l’illusione della libertà. In un salone adorno come la sala funeraria di un faraone, ho riconosciuto la Francia…Teme che i suoi figli si bagnino i piedi e prendano il raffreddore, nel mentre comminano ben altro e ben peggio che il raffreddore a figli di genitori e di popoli lontani dai propri confini… l’Oceano è per i padroni di Francia un serbatoio di difese, di batterie, di sommergibili, di incrociatori, di aerei”.
“Lasciarsi tentare dalla libertà? E chi parla di tentazione?
Chi dunque prende la voce allettatrice dello Spirito del Male per sedurre i Faust balbettanti nei capoluoghi di cantone? Ci invaderebbero! I francesi non possono dare ascolto alle sirene”. 
“Sporca ancora del sudiciume e degli escrementi di tutte le sue guerre precedenti”, ne avvia alter (come l’attore hollywodiano della Bianca Casa, ha avviato nuove guerre e non ha chiuso né quelle d’Irak, ecc. né le varie Guantanamo sparse nel mondo, n.d.r.) geme sulla propria povertà e dignità, sulla sua missione spirituale, la pochezza dei vantaggi ricevuti e la grandezza della sua buona volontà e del suo missionarismo verso popoli e paesi su cui, in realtà, domina o mira a dominare”.
“DI FATTO ESSA E’ GUIDATA DA MERCANTI IPOCRITI,
CHE NASCONDONO I PROFITTI DI GUERRA MENTRE PIANGONO SULLA DUREZZA DEI TEMPI, SULLA DUREZZA DELLA CRISI CHE ALTRI DA LORO PAGANO. Le loro voci ripetono che essa è la musa della democrazia, che essa è la Capitale dello Spirito: così alimentano di illusioni gli uomini che i casi dei matrimoni, dell’amore e dei viaggi hanno qualificato come francesi. PANCIA VUOTA HA BUONE ORECCHIE. 
Così la danno ad intendere alle persone che dormono dall’altra parte delle frontiere e dall’altra parte del mondo – a Bengasi a Bagdad a Kabul -, lontane dalle sue frontiere, a cui dicono di volerle aiutare colonizzandoli e dominandole imperialisticamente, con l’economia, la politica e con le guerre” divenute permanenti strumenti di interventi umanitari” di morte.
Nel salone di una nave passeggeri, adorno come la sala funeraria di un faraone (e tutti gli attori delle Comédie Francaise e le signore consorti dei funzionari traboccavano di riconoscenza per le Messageries Maritimes) ho riconosciuto la Francia dalla sua immagine: tutti i suoi vizi uscivano dagli affascinanti disegni convenzionali ai quali si riduce la conoscenza della terra: anche certi individui fanno affiorare dai loro ritratti il male che è in loro (come è vero! Guardate certe facce che sono state modellate dalle loro abitudini all’egoismo, alla prevaricazione, all’opportunismo, ai meschini sotterfugi per farsi riconoscere un qualche potere perché non hanno fiducia e sicurezza in se stessi, visi da cui traspare molto, anche l’infelicità dell’essere costretti a nascondere quel che pensano veramente e a tenersi tutto dentro, mentre noi buttiamo fuori tutto dicendo tutto quel che sentiamo e pensiamo, n.d.r.). Ne ho visto meno di Ulisse, ma ecco la mia Itaca di nomade dove nessuna moglie fedele mi aspetta: SONO PASSATO ATTRAVERSO VARIE CITTA’ DEL MONDO, MA DAPPERTUTTO VIVEVANO I MEDESIMI UOMINI, E I MEDESIMI SFRUTTATI E I MEDESIMI SFRUTTATORI.
I suoi confini (della Francia, n.d.r.), assegnatigli dai casi geologici e preistorici, sfruttabili dai futuri coltivatori e mercanti dell’acciaio ancora nascosti potenzialmente in uno scimmione preistorico, quei confini hanno giustificato la sua abbondante parte di vigliaccheria e di assassini storici compiuti nel mondo e nelle colonie e le poche glorie militari. Questi pezzetti di terra bastano ai suoi uomini politici e ai vecchi inaciditi che governano i suoi destini per proclamare in giro per il mondo la propria forza con le armi, basta ai grandi patrioti, a tutti i mangiacadaveri, a tutti i fruga sepolcri che tra una guerra e l’altra rimettono in piedi i vecchi morti e difendono dalla putrefazione quanto non è più salvabile: aleggia dappertutto puzza di imbalsamazione… 
“Io intendo per Francia la combriccola dei proprietari di terre, di miniere, di cave, di banche, di fabbriche di mulini, di immobili, la combriccola dei padroni di uomini che mi danno il diritto di identificare la Francia con la loro totalità, perché pretendono in tutti i luoghi e nei consessi internazionali, di avere essi soli il diritto di parlare a suo nome” e di decidere come dove quando, agire militarmente, intervenire, bombardare, occupare, a chi fare guerra e a chi no. Tralasciamo le loro vittime: operai, braccianti, soldati, impiegati, ragazzi, uomini e donne di Francia e di altri Paesi…
Non è qui ora il momento di DISCORRERE DELLE LORO VITTIME: OPERAI, BRACCIANTI AGRICOLI, SOLDATI E IMPIEGATI, VENDITORI DI CRAVATTE E RAGAZZE CHE ABORTISCONO, UOMINI E DONNE A CUI LA FRANCIA NON APPARTIENE (appunto, da ricordare ancor più alla Rossanda, che immersa nell’humus della combriccola dei padroni di Francia, dimentica – come chi condivide le su opinioni sulla guerra di Libia – tutto quel che è stata ed è la Francia: ancora di recente in Vietnam, a Suez o in Algeria ad esempio e quel che è oggi nei vari Paesi africani e col suo stato autoritario di dittatura di classe ed imperialista.
“A me non piacciono né gli uomini, né i loro prodotti, né i fatti di Francia:
E NESSUNO SI ATTENTI A SVERGOGNARMI PERCHE’ INSULTO UNA DEA. ETERNO VISO. ETERNA PADRONA DI GENERALI! NON HO MANCATO DI RISPETTO A QUESTA VERGINE CHE NON ESISTE e che si chiama Francia.
Francia posseduta, possessori della Francia, possessori francesi, possesso della Francia… Un giochetto di parole!” 
Di questi possessori, nessuno manca all’appello: non mancano i piccoli borghesi dei quali un tempo io fui il simile (abbandonata la terra il padre acquisì una collocazione sociale che lo separò dal proletariato ed Aden ripercorse il cammino inverso per ricongiungersi al proletariato mediante l’azione politica), coi loro colletti inamidati, oggi flosci, che da loro un’eleganza americana, il loro completo nero, eterno lutto per chissà chi (moglie, zio, cane terrier?), la bombetta o il cappello a cencio e il bastone della domenica.
Non una manca delle loro mogli, oziose o massaie, che marciano sull’amore come uno squadrone di cavalleria nel grano…e non resta in piedi una spiga.
Non una delle loro povere prostitute in divisa, dei loro figli strangolati dalla saggezza dei padri; non uno di questi volti riveduti e corretti che non riescono a sciogliere la mattina, nel lavabo, le tracce dell’orgoglio, della noia e della vigliaccheria mostrata stando sulle “cannoniere del mare” e sulle “cannoniere del cielo”.
Io avanzo e vedo a destra e a sinistra, davanti e quando mi volto dietro di me, i miei antichi fratelli che furono l’humus della mia crescita, VIGOROSO TERRICCIO VEGETALE DI COMMERCIANTI, DI PROFESSORI, DELEGATI SENATORIALI, VIAGGIATORI DI COMMERCIO, INDUSTRIALI, AVVOCATI, BANCHIERI, UFFICIALI.
LETTORI DI LIBRI
; UOMINI CHE PASSANO UN MESE AL MARE, CHE ARROSSISCONO DI AVERE LA SIFILIDE , MA SONO TUTTI INDULGENZA PER LA BLENORRAGIA, CHE ODIANO L’AMORE E RISPETTANO IL MATRIMONIO, CHE OGNI MATTINA RICONOSCONO IL PROPRIO RITRATTO RIPRODOTTO SUI GIORNALI A MILIONI DI COPIE.
Riconosco ogni loro minimo gesto, MA NON UNO SOLO DI LORO ARRIVA A COMMUOVERMI; IO STO NELLA MENO COMMOVENTE DELLE NAZIONI: LA FRANCIA.
Capisco i titoli dei libri, le grida per le strade, la parola “Radicale” e la parola “Spirito”; riconosco… i modelli sterilizzati dell’Uomo: imparano a smontarli a scuola e questo lavoro li dispensa dalla conoscenza vera e dall’amore efficace; anzi, sono ben contenti di saperla tanto lunga sull’uomo: c’è n’è d’avanzo per gli affari; e le loro descrizioni astratte sono dopo tutto sufficienti per quello che essi se ne fanno dell’uomo; costituiscono ciò che loro chiamano Cultura.
STANNO SULLE PROPRIE TERRE PER DIFENDERE ASSIDUAMENTE LA LORO PROPRIETA’ CONTRO I PROPRIETARI INTORNO E LA PROPRIETA’ CONTRO QUELLI CHE NON POSSIEDONO NIENTE. O FRANCIA PAESE DEI PROCESSI PER I MURI DIVISORI. DAPPERTUTTO TRAPPOLE PER LUPI, DAPPERTUTTO CANI CATTIVI, SPINE ARTIFICIALI, FRANTUMI DI VETRI, CULI DI BOTTIGLIA, CODICE CIVILE: SE C’E’ QUALCOSA CHE VERAMENTE LI DELIZIA, E’ LA SCRITTA: VIETATO IL PASSAGGIO”.
Tutti i miei parenti, cugini, amici d’infanzia fanno parte di questa specie umana che vive sterile tra mance ed omaggi. Una specie sorpassata in potenza e in dignità dalla classe di coloro che essa stessa chiama alta borghesia, di cui ne eseguisce le consegne, incollata al suo destino, alleata ad essa per opprimere un immenso proletariato che reca in sé l’ultima speranza degli Uomini”. (Aden Arabia)
(continua)

Aden Arabia-3. Francia dei padroni di schiavi e signori della Guerraultima modifica: 2011-08-12T01:26:00+02:00da iskra2010
Reposta per primo quest’articolo