In ricordo di Fausto e Iaio

“La verità è rivoluzionaria! Ma la verità emerge solo se i rivoluzionari la praticano”.

Andrea Montella

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L’omicidio di Fausto e Iaio è un fatto di cronaca nera a matrice politicoterroristica avvenuto a Milano il 18 marzo1978 e le cui vittime furono Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, all’epoca diciottenni frequentanti il Centro Sociale Leoncavallo (che era un’altra cosa rispetto a ciò che è oggi), uccisi da 8 colpi di pistola a opera di…(?)

L’accusa della madre di Fausto: Fausto e Iaio uccisi dai servizi segreti

Nel 2011, in un’intervista a Radio 24, la madre di Fausto ha accusato esplicitamente i servizi segreti di essere i mandanti dell’omicidio dei due giovani. “Negli anni ho riannodato i fili della memoria, i pezzi di un piccolo mosaico che mi ha permesso di raggiungere la vera verità che io conosco. Mio figlio è stato vittima di un commando di killer giunti da Roma a Milano, nel pieno del rapimento di Aldo Moro, in una città blindata da forze dell’ordine. Un omicidio su commissione di uomini dei servizi segreti.”[3].

Il covo BR di via Montenevoso, i ‘servizi’ e la possibile testimonianza ‘scomoda’ di Fausto e Iaio

Come detto Fausto e Iaio la sera dell’omicidio si stavano recando a casa della famiglia Tinelli in via Montenevoso 9. Ma a sette metri di distanza dalla camera di Fausto, al civico numero 8, c’è un covo delle Brigate Rosse. Verrà scoperto il 1º ottobre del 1978, gli inquirenti trovano le carte originali del memoriale di Aldo Moro, lettere scritte dallo statista, verbali del suo lungo interrogatorio prima di essere ucciso.

All’ultimo piano della palazzina dove abita la famiglia Tinelli, c’è una mansarda trasformata in un mini appartamento, da lì gli agenti dei servizi segreti controllano il covo delle Brigate Rosse. Alla Commissione Moro sarà detto che l’appartamento era stato affittato solo nel luglio del 1978, ma secondo la madre di Fausto già dal gennaio del 1978 vedeva persone entrare in quella mansarda con scatoloni e strane parabole.

Si delineerebbe quindi, nell’assassinio dei 2 giovani, un messaggio ‘trasversale’ fra servizi deviati italiani che già avevano modo di infiltrare o perlomeno condizionare l’operato delle BR, oltre che l’eliminazione di un potenziale ‘investigatore’ (il Tinelli) che già da tempo, con i suoi più stretti compagni, osservava con acuta attenzione la realtà politica del periodo non solo in ambito milanese.

Come per l’assassinio di Valerio Verbano due anni dopo a Roma, è molto probabile che servizi segreti e manovalanza fascista, abbiano concorso per salvare lo status-quo della politica nazionale, fatta di intrighi, depistaggi e crimini di ogni sorta. Come per Valerio Verbano, anche per i due giovani assassinati a Milano si attende giustizia da più di trent’anni.

Da ‘resistenze.org’ che raccoglie tanto interessante materiale di controinformazione mi sarei aspettato qualcosa di più che questo pezzo – una delle tante testimonianze raccolte nel libro Fausto e Iaio. Trent’anni dopo.” pubblicato da Costa&Nolan nel 2008 – in cui però si punta il dito solo sui “fascisti”.

Eppure basta andare alla pagina della Wikipedia: Omicidio di Fausto e Iaio per trovare due sezioni relative al possibile ruolo dei ‘servizi’, di cui trascrivo integralmente la prima:

L’accusa della madre di Fausto: Fausto e Iaio uccisi dai servizi segreti

Nel 2011, in un’intervista a Radio 24, la madre di Fausto ha accusato esplicitamente i servizi segreti di essere i mandanti dell’omicidio dei due giovani. “Negli anni ho riannodato i fili della memoria, i pezzi di un piccolo mosaico che mi ha permesso di raggiungere la vera verità che io conosco. Mio figlio è stato vittima di un commando di killer giunti da Roma a Milano, nel pieno del rapimento di Aldo Moro, in una città blindata da forze dell’ordine. Un omicidio su commissione di uomini dei servizi segreti.”.

Il covo BR di via Montenevoso, i ‘servizi’ e la possibile testimonianza ‘scomoda’ di Fausto e Iaio

Una convinzione, quella di Danila Angeli madre di Fausto, ribadita recentemente e chiarissimamente (traggo sempre dalla Wikipedia) il 22 febbraio 2011 al Corriere: «Fausto e Iaio uccisi dai servizi segreti» e in questo video caricato il 4 febbraio 2008 da lorisbbbb su YouTube: “Fausto e Iaio – Intervista con la madre Danila Tinelli” (anche se, va stranamente, la didascalia si sofferma solo sul ruolo dei NAR).

Per dirla chiaramente: la sensazione è che quanto più si ribadisce la “matrice fascista” tanto più si cancellano i collegamenti con i servizi segreti.
Per questo trascrivo alcuni passaggi della bella e asciutta intervista di Sky TG24.

Perché proprio Fausto e Iaio?

Io abitavo in via Monte Nevoso numero 9, sopra di me c’avevo i servizi segreti.

E davanti a lei?


Davanti a me le Brigate rosse.

E che vuol dire questo? C’entra qualcosa?

Puo darsi che c’entrano tutti…

Dovendo chiudere il cerchio, suo figlio è morto per…?
Secondo me è legato a Moro.
E da lì non mi muovo. Perché non può venire un commando da Roma, su commissione, per uccidere due estranei – che nessuno li conosceva.

Aggiungo infine che io stesso ha ascoltato la madre di Fausto ribadire con ostinazione questo convincimento in occasione di un pomeriggio al Leoncavallo a metà degli anni ’90 – e questo nonstante il giornalista di radioPopolare Umberto Gay si fosse dilungato nel ricostruire nomi e fatti legati ai fascisti coinvolti.

da: http://www.webalice.it/raffaele.simonetti/archives/segnalazioni.html

In ricordo di Fausto e Iaioultima modifica: 2012-03-26T11:16:00+02:00da iskra2010
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