Info. l’Apartheid per tutti e la resa della Cgil (di Giorgio Cremaschi)

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di Angelo Ruggeri

Come si era capito, purtroppo, “nell’incontro segreto e smentito della Camusso con Monti” era stato concordato di dare ancor più potere di ricatto alle imprese, lasciando un “finto 18” per prendere in giro il Paese e permettere licenziamenti discriminatori quando l’impresa ha, oppure si inventa, cause economiche. Concordando in tale sede segreta anche la “tattica” e il gioco delle parti per pervenire a tale accordo e preparare la resa della CGIL -insita in quel “parliamo del 18 da ultimo”. Se pur (per quel che vale) si può chiamarlo accordo e non piuttosto “intrigo” ben concertato tra omologhi, in conclusione del quale, oltre al resto, si taglia drasticamente la copertura salariale per i lavoratori che perdono il lavoro riducendola da 5 anni a 2 anni, ebasterà invocare cause economiche per attuare licenziamenti discriminatori.

Non si dimentichi che al tempo la Camusso fu espulsa dalla Fiom regionale della Lombardia per “intelligenza” con padroni e imprese dell’Assolombarda. Chi é la Camusso lo si sapeva e questo chiama in causa coloro che l’hanno portata addirittura al vertice della CGIL.

La chiamata di correo (per aver sostenuto Epifani e poi la Camusso e i sui accordi di due anni fa ed ora questo) riguarda in particolare la finta minoranza di Lavoro e Società che nella CGIL assolve alla funzione che in politica ha il PD: dare una specie di copertura a sinistra rispetto alla destra e governo di cui è entrata a far parte nell’ultimo Prodi, appunto, Lavoro e Società di Patta che purtroppo ben conosciamo e sappiamo essere un “pattista” di nome e di fatto, un altro nomen omen, sempre alla ricerca di una accordo sulle sedie e le cariche senza alcun rispetto per le idee, valori e principi delle conquiste dei lavoratori dopo anni di grandi lotte di classe democratiche e di massa.

 

l’Apartheid per tutti e la resa della Cgil

di Giorgio Cremaschi


La segreteria Cgil ha convocato una riunione informale dei dirigenti per valutare con riservatezza quelle proposte del governo i cui testi sono già sui giornali. La minoranza congressuale per la prima volta non è stata invitata. C’è una forma che corrisponde ai contenti di un accordo che si profila catastrofico per i lavoratori.

Oramai è chiaro infatti che l esercizio fondamentale in corso è quello della propaganda bipartisan per piegare il sindacato confederale a firmare una sconfitta superiore persino a quella subita per le pensioni. I capisaldi del possibile accordo sono infatti agli occhi di tutti, altro che riservatezza! Essi sono:

– la conferma di tutte le forme contrattuali della legislazione di questi anni comprese le più assurde e devastanti. Tutto questo in cambio di una lotta alle truffe che si dovrebbe fare comunque e che non dovrebbe essere merce di scambio per nulla; e di un po’ di tasse in più sul lavoro a termine che fanno arrabbiare le imprese senza dare alcun giovamento ai lavoratori.

– La riforma degli ammortizzatori sociali è in realtà una controriforma come sulle pensioni. Oggi chi perde il lavoro in una fabbrica ha diritto nella realtà, tra Cig e mobilità, da tre a cinque anni di copertura salariale. Col nuovo regime la copertura sarà di 12 mesi e di 18 per chi ha più di 55 anni. E la platea interessata sarà sostanzialmente la stessa. I disoccupati cronici ed i precari che lavorano meno di un anno su due non avranno niente, altro che reddito i cittadinanza. E non a caso tutta la trattativa è fondata sulla attenuazione di questi tagli per i più anziani colpiti dalla controriforma delle pensioni. e non a caso si cerca di rinviare il più a lungo possibile l’ inizio di questa riforma che penalizzerà tutti e in particolare i giovani

– L’ articolo 18 non c’è più. Esso resta integrale solo per i licenziamenti esplicitamente discriminatori, quelli di un padrone cosi stupido da cacciare un dipendente perche ateo o comunista o vegetariano..nella mia lunga esperienza sindacale non ne ho incontrati mai. Per tutte le altre forme di licenziamento il potere deterrente dell’articolo 18 è minato alla radice e non è difficile immaginare il clima alla Marchionne che dilagherà nei luoghi di lavoro.

Ammesso che sia sindacalmente e moralmente accettabile uno scambio sui diritti, qui non ce ne è neanche mezzo, tutti perdono qualcosa. Si diceva che si voleva rompere l’apartheid nel mondo del lavoro tra garantiti e no, ma lo si fa estendendo a tutti discriminazione e precarietà.
Sappiamo che la propaganda di regime esalterà questo come un grande accordo, ma ci siamo abituati E’ la stessa propaganda che spiegava che era interesse dei lavoratori perdere la scala mobile sui salari, che oggi sono tra i più bassi d Europa e vengono travolti dalla inflazione. E’ quello che faremo.

Roma, 15 marzo 2012

Info. l’Apartheid per tutti e la resa della Cgil (di Giorgio Cremaschi)ultima modifica: 2012-04-14T08:26:00+02:00da iskra2010
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